Dorian Gray
La bellezza non ha pietà
Pierre Cardin, un uomo che ha caratterizzato profondamente il mondo della moda e dello spettacolo, sceglie di celebrare i suoi 70 anni di carriera dando spazio libero a giovani artisti italiani, producendo assieme al nipote Rodrigo Basilicati uno spettacolo sulla “bellezza” e su un personaggio iconico e immortale come Dorian Gray di Oscar Wilde.
“Quali sono le parole della bellezza? Quali sono le parole della verità?
Quali sono le parole dell’amore? La verità è bellezza e la bellezza è verità!”
– Daniele Martini
La ricerca ossessiva della bellezza, il desiderio di immortalità e conoscenza, lo specchio, il dominio e il controllo, la paura, sono solo alcuni dei temi suggeriti dall’opera di Wilde e che vengono proposti in Dorian Gray la bellezza non ha pietà in chiave assolutamente contemporanea.
Videoproiezioni multidimensionali, recitazione intensa intrecciata alla danza contemporanea e a una serie di musiche e arie che, spaziando dal rock, al pop, fino all’orchestrale moderno, danno corpo unico all’opera.
I temi esistenziali di Wilde interpretati dalla sensibilità artistica del giovane autore e compositore Daniele Martini, offrono spunti di riflessione adatte a tutte le generazioni.
L’interpretazione magnetica e intensa dell’attore e cantante Federico Marignetti accompagnata dalla fisicità della danza contemporanea, seducono intimamente lo spettatore senza sosta fino alla fine dello spettacolo.
La regia di Dorian Gray la Bellezza non ha pietà, ha scelto geometrie e soluzioni che hanno utilizzato colori, drappeggi, estetiche appartenenti al mondo della moda, del mimo, della danza e dello spettacolo teatrale unendo realtà espressive adiacenti. Dalla regia originale di Daniele Martini segue la prima messa in scena di Wayne Fawkes per arrivare alla forma definitiva con Emanuele Gamba.
Sinossi
Wilde come non l’avreste mai immaginato
“La vera bellezza forse invecchia
perché la verità non teme il tempo…”
“La felicità conosce i giorni di chi abita nell’amore.”
– Daniele Martini
La storia de Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde è nota: un giovane ragazzo della borghesia inglese di fine ‘800 suggestionato dalle riflessioni filosofiche edonistiche dell’amico Lord Henry Wotton si innamora della propria giovane bellezza nell’immagine dipinta dall’amico pittore Basil Hallward, fino a al punto di desiderare, ottenendola, l’immortalità al posto del dipinto. La vita di Dorian diventa una ricerca ossessionante del piacere nelle sue molteplici forme, anche nelle più immorali.
La narrazione di Dorian Gray la bellezza non ha pietà, prende inizio nel momento in cui Dorian ha già compiuto trentotto anni ed è ormai un uomo maturo. Anche se il suo aspetto è immutato nel tempo, la sua anima, intrappolata nel dipinto che tiene nascosto da anni, porta segni mostruosi e inconfondibili di eventi inconfessabili. Ognuno di questi segni ha una storia, un’emozione, che Dorian rivive man mano che riflette sul vissuto, a cominciare dall’incontro con la propria bellezza.
I costumi di scena
La carriera di Pierre Cardin è costellata di successo anche per quanto riguarda la creazione di costumi di scena: dai Beatles a La Belle et la Bête diretto da Jean Cocteau solo per citarne alcuni.
Anche Dorian Gray la bellezza non ha pietà porta la firma della maison e con una caratteristica particolare: la semplicità. Lo stilista ha voluto lasciare il ruolo principale alla creatività dello spettacolo scegliendo per gli abiti linee essenziali e filiformi che non riempiono la scena ma la contengono. La saut-de-lit e il frac rivisitato del protagonista offrono richiami ottocenteschi in chiave moderna, mentre l’abito dell’anima danzatrice lascia pieno protagonismo alla fisicità del corpo.
Credits
produzione Pierre Cardin
interpreti Federico Marignetti e Marco Vesprini / Thibault Servière
autore testi e musiche Daniele Martini
direttore artistico e scenografie Rodrigo Basilicati
regia e allestimenti Wayne Fowkes e Emanuele Gamba
arrangiamenti e suono Daniele Falangone
video designer Sara Caliumi
light designer Paolo Bonapace
costumi Pierre Cardin